Et in bona gratia. Un'indagine per il commissario Ludovico Ariosto by Lida Coltelli

Et in bona gratia. Un'indagine per il commissario Ludovico Ariosto by Lida Coltelli

autore:Lida Coltelli [Coltelli, Lida]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788832281620
editore: Andrea Giannasi Editore
pubblicato: 2021-07-14T16:00:00+00:00


Primo pomeriggio del 18 marzo A. D. 1522

Partirono subito dopo pranzo, l’azzurro terso del mattino aveva lasciato il posto ad un cielo plumbeo e minaccioso e il sole faceva, di tanto in tanto, la sua breve comparsa tra le nuvole gravide di pioggia.

“Eh… quando il nero gliè alla Penna48, piscia acqua!” aveva sentenziato l’oste nel salutarli.

- Non temete, Excellentia – aveva, allora detto l’Aliprando come ispirato – pria che invii a piovere sarem bell’ecchè arrivi!

Parole profetiche!

Si erano da poco lasciati le Fabbriche alle spalle che venne giù il diluvio. Tutto si fece nero, il cielo sembrava avere aperto le sue cateratte e, come se non bastasse, erano in un tratto impossibile da percorrere a cavallo.

Procedendo a piedi non avevano modo di accelerare ulteriormente l’andatura.

Per un po’, trovarono rifugio sotto un ammasso di edera rampicante, che aveva creato una sorta di fitto pergolato tra due alberi spogli. La pioggia, però, non accennava a diminuire.

C’era, inoltre, il rischio che li cogliesse il buio, in un luogo ancora troppo lontano da ogni centro abitato e infestato da lupi e orsi. Così decisero di proseguire almeno fino a Camporeggiano dove avrebbero potuto, eventualmente, albergare.

Il temporale non gli dava tregua.

Gli uomini della scorta erano ormai completamente fradici e bestemmiavano senza ritegno.

Ludovico malediva tra sé e sé, per l’ennesima volta, la sua triste sorte e l’increscioso incarico assegnatogli dal suo Duca.

Jacopo, invece, zuppo fino all’inverosimile, cercava di sopportare stoicamente in silenzio… preoccupato, soprattutto, di proteggere dalle intemperie il prezioso carico affidatogli dalla bambina. Non voleva che arrivasse a destinazione sgualcito o scolorito…ovviamente per non deludere le aspettative della piccola, si disse, che lo aveva confezionato con tanta premura!

Come Dio volle, arrivarono alla Rocca di Camporeggiano e poterono, finalmente, sfuggire a quell’inferno.

Il Capitano di Ragione Biagi, colto totalmente impreparato dall’inattesa visita, li accolse con una celata inquietudine travestita da squisita ospitalità, almeno finché non venne messo a parte dei particolari sostanziali di quel viaggio.

Tranquillizzato dall’assoluta estraneità della sua persona e del suo operato nelle indagini del Commissario, riuscì, finalmente, a rilassarsi e a dedicarsi, con adeguato impegno e cortesia, all’illustre ospite e al suo seguito.

Ebbe perfino modo di tracciare, al superiore, un quadro globale sulla difficile convivenza con il banditismo locale. Il tutto davanti a una fumante scodella di zuppa calda e a un prelibato fagiano arrosto.

- Havete facto bene a palesarmi tali nefandi facti… haverò, sanza dubbio, modo di riferirli allo Duca nella proxima missiva. Perintanto – disse Ludovico, alzandosi – vogliate perdonarmi ma credo sia giunta l’hora che volge al desio!

- E ai naviganti intenerisce il core…– declamò il Capitano, concludendo il verso.

- Conoscete Dante? – Chiese, meravigliato, Ludovico

- Per la verità cognosco solo qualche brandello, in qua e là!

- Vi fa comunque onore… – apprezzò l’Ariosto, mostrandosi sinceramente compiaciuto – Havren zenz’altro lo modo di disquisir su tali argomenti, nello futuro. Ma allo momento, vorrei ritirarmi… che le mie vetuste membra chiedono aita… e necessitano di immediato riposo.

- Non temete Commissario – disse, sollecito, il Biagi – ho fatto approntare una stanzia, acciocché possiate



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